Il tempo
in cui muoviamo i nostri attuali pensieri viene definito L'età della tecnica. L'età della tecnica sulla scia dell'età industriale ha condotto l'uomo verso una più profonda e costante specializzazione. Anche l'agricoltura non è sfuggita a codesto modo di essere, il contadino mestiere antico e variegato si è afficciato verso il moderno adattandosi ai nuovi costumi che la società gli ha deliberatamente imposto.
I primi a farne le spese sono stati gli animali,- puzzano e non sono reditizzi-, poi il casolare venne abbandonato per una casa in paese;- la campagna già la si vede troppo durante il lavoro-, poi è toccato agli strumenti che per secoli ci avevano accompagnato,- con il trattore si fa tutto-. Ed infine l'ultimo a cadere fu proprio lo stemma del contadino: L'orto; -l'insalata la si prende al supermercato e se mi avanza un pezzo di terra ci metto su altri alberi da frutta fonte del mio guadagno-.
Accanto al contadino però è sorta una figura nuova; il perito agrario eccelzo dispensatore di consigli su quello o quest'altro concime, e con il perito agrario cade anche il termine "casareccio" perchè con la sua specializzazione anche le piante del contadino, che possiede una piccola azienda, assomigliano a quelle della grande produzione. Il trionfo dell'estetica.
Il contadino che ha abbandonato l'orto per me rappresenta la sconfitta del vecchio e la vittoria del nuovo: guadagnare di più per poi comprare ciò che prima veniva autoprodotto. Ma non si può vivere solo di utopie, devo anche dare atto a chi mi dice che poi i tempi sono cambiati e che l'insalata costa poco e le altre cose costano molto, specializzarsi significa guadagnare di più a sostenere le richieste della famiglia che non riguardano solo gli "ortagi". Ma quel vecchio contadino che sa che dall'insalata (ovvero dalle piccole cose) inizia il risparmio è per me un saggio: un saggio in via di estinzione.